RAZZA CAFONA E ALTRO

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RAZZA CAFONA E ALTRO

E’ un libretto così intitolato di una giornalista impagabile, Denise Pardo, che racconta fedelmente e senza polemica alcuna, solo per farci ridere anche se in verità ci fa piangere! le prodezze inimmaginabili, a spese degli Italiani, commesse da alcuni uomini politici che all’epoca, quindici-venti anni fa, detenevano il potere. E le righe di introduzione allo splendido libretto mai abbastanza raccomandato, furono di un altro giornalista di pari qualità, solo non umoristico nemmeno polemico ma scientifico e freddo nella analisi di una sostanza che ancora oggi fa arrossire.

Non vogliamo fare nomi né ricordare imprese perché il solo ricordarlo eccita il vomito, a un giapponese lo stimolo al suicidio, per la vergogna e il disdoro, che la società “l’uditorio dei ragli” come avrebbe detto Franco Cordero, ha potuto accettare e perfino far valere, senza nulla intraprendere, a difesa dell’onore nazionale e delle pubbliche risorse!

Così anni addietro e nulla è mutato, anzi la nemesi ha ottenuto che oggi la qualità umana e professionale dei cosiddetti governanti, dal consigliere comunale a quello provinciale o a quello regionale o parlamentare, è al massimo del degrado, sempre, per fortuna, con le dovute eccezioni: “una ristretta categoria di persone, per lo più fior di bricconi e schiuma di fogna, è fuori del diritto comune….” avrebbe scritto qualcuno e il giornalista di cui sopra ha circoscritto la situazione attuale nel libretto surricordato RAZZA CAFONA con queste parole sempre ancora attuali: ”La tragedia di una nazione che ha venduto la sua anima e regalato il suo governo ad un circo di guitti, di saltimbanchi” e di escort e intrattenitrici… e aggiungiamoci pure la situazione presente di privilegi e di stipendi ‘stellari’ (Aless. Orsini) e di liquidazioni satrapesche a certe e non poche, categorie che ben altro trattamento meriterebbero visti i risultati.

La realtà non è chiedersi come sia stato possibile così ingenuamente anzi insulsamente aprire le porte del potere politico ad autentici nullafacenti o delinquenti, quanto il fatto, questo sì micidiale, che gli organi e gli uomini del controllo e della vigilanza pur ufficialmente al loro posto, non si siano opposti, né si oppongono, o addirittura collusi col malaffare “….il niente al potere, un niente onnivoro e non resta nemmeno l’ombra dei valori bene o male tramandati…. Sono sparite vergogna e colpa, archetipi di una antropologia dei valori morali….” ha scritto Franco Cordero.

Il degrado morale e professionale ha abbattuto e perfino cancellato la palingenesi pronosticata e attesa da Mani Pulite gloriose, la speranza cioè che pulizia e disinfestazione fossero sulla via di essere conseguite e raggiunte: ora non sono più fattibili o immaginabili soluzioni e cambiamenti, restano solo due rimedi alla catastrofe sull’uscio di casa: qualcosa come un nuovo piazzale loreto oppure, veramente costruttivo e foriero di mutazione sicura e positiva, relegare/deportare in un’isola o altrove, in una qualsiasi nuova ruanda o albania, tutti indistintamente gli uomini di potere oggi in Italia, non solo i politici presenti in tutti gli organi amministrativi ma anche i segretari delle pubbliche istituzioni, i funzionari di concetto di ogni istituzione, giudici, forze dell’ordine, avvocati e medici e commercialisti, l’esercito… cioè l’ideale è l’allontanamento effettivo dei cosiddetti italiani del paese e sostituirli intieramente con gli Italiani veri, emigrati e maturati all’estero, non guastati e offesi dall’ambiente nostrano! Si può essere certi che l‘Italia in cinque anni diventerebbe la nazione più all’avanguardia perché sono questi Italiani sparsi per il mondo che hanno conservato la italianità originaria e perciò le virtù e le capacità assolutamente non comuni che li caratterizzano. Si ricordino le parole del Principe di Salina all’inviato reale nel film magistrale di Luchino Visconti: ora non più gattopardi e leoni ma sciacalletti famelici, iene viziose e immonde, nuovi ricchi, quacquaracquà, fauna del genere che nulla conosce e sa del sale originario di questa nostra terra!                                                                      

Michele Santulli

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