La natura si riprende i propri spazi. Quante volte abbiamo sentito questa frase in tempi di lockdown? Mentre la specie umana era costretta a casa, gli animali potevano essere liberi, così come la vegetazione.
Sono bastati pochi mesi, però, a capovolgere nuovamente la situazione e adesso appena gli animali selvatici si avvicinano ai centri abitati, quel sentimentalismo, quell’amore idilliaco svanisce. Perché? A volte perché la presenza di questi animali rappresenta un pericolo effettivo per l’uomo o per gli allevamenti. E allora dove sta l’equilibrio?
I cinghiali sono sicuramente i più problematici, ci troviamo in un ambiente in cui l’agricoltura ha abbandonato negli anni molti terreni marginali soprattutto nelle zone collinari e montane. Una situazione che ha favorito l’aumento delle superfici dei boschi, l’habitat naturale di questi animali. Cambiamenti quindi in parte normali e in parte dovuti a delle condizioni create purtroppo dall’uomo. Ma la presenza di più boschi giovani non è l’unica causa del fenomeno, la maggior presenza dei cinghiali è dovuta proprio all’attività venatoria.
Anche i lupi oggi incominciano a rappresentare, per molti, un pericolo per l’uomo, come i cinghiali si avvicinano sempre di più ai centri abitati e l’impatto con gli allevamenti e sempre più grave e dannoso anche se le aggressioni nei confronti dell’essere umano sono molto rare.
Link di un articolo di Alberto Ferrigolo
https://www.agi.it/cronaca/news/2022-12-04/lupi-pericolo-citta-difesa-wwf-enpa-19061346/